Passa ai contenuti principali

In primo piano

Gli italiani e il darkweb

  Ogni tanto mi piace navigare nel darkweb per vedere che succede dall'altra parte di internet. Non pensate subito male, è vero che ci trovi ogni tipo di fogna, ma il lato oscuro della rete è nato per permettere ai dissidenti politici di comunicare con il mondo esterno. Nel darkweb ci trovi tanti giornalisti, testate prestigiose come la BBC o il New York Times, premi Pulitzer. Poi ci sono i blog che parlano di tutto, dai cartoni animati alla politica. Tutto molto bello e interessante peccato che siano di tutte le nazionalità tranne che italiani. Ci trovi inglesi, tedesci, olandesi, americani, portoghesi, cinesi, rumeni, ma non gli italiani. Nel darkweb i connazionali sono pochissimi e si dividono in due categorie, chi posta cose zozze e non mi riferisco alle pozzanghere e chi è esperto informatico e scrive di cose tecniche spesso in inglese senza degnarsi di digitare un solo rigo in italiano. Manca tutto il resto. Non ci sono giornalisti italiani, non ci sono testate giornalistiche...

Dritto e Rovescio

Nell'epoca della tecnologia con grandi e piccini incollati a cellulari e tablet i lavori manuali stanno riprendendo piede. In particolare sta avendo nuova vita il lavoro a maglia che sia ai ferri oppure all'uncinetto, senza dimenticare i lavori più "esotici" come il macramè. Il motivo è molto semplice, lavorare a maglia fa bene. Fa bene alla salute e alla psiche. E' ormai accertato che sferruzzare aiuta a combattere la depressione. Prendere ferri (o uncinetto) e mettersi a creare capi i più disparati, dalle sciarpe ai lavori più complessi come i maglioni, creare con le proprie mani qualcosa, vedere nascere dalla propria creatività un capo fisico unito alla ripetitività dei movimenti aiuta a combattere uno dei mali più oscuri della nostra mente. Non a caso lavorare a maglia viene spesso indicato come un tipo di meditazione. Invece di entrare in uno stato psichico meditativo a cui non tutti sono portati, i movimenti lenti e sempre uguali del lavoro a maglia sostituiscono una seduta meditativa, al posto dell'OM un diritto ed un rovescio. Quando si sta male la mente tende a focalizzarsi sul dolore, si pensa quasi esclusivamente al malessere che proviamo ed è qui che il lavoro a maglia subentra a fornirci un aiuto inaspettato. Concentrare la propria mente su qualcosa d'altro, su quel lavoro che cresce, contare i punti, fare attenzione che non cadano, controllare gli errori e magari disfare il lavoro per poterlo riprendere da dove si è abagliato aiuta a distogliere la mente da quel dolore insistente che ci colpisce. Lavorare a maglia aiuta però anche la socialità e la comunicazione. Molti di noi hanno ancora il ricordo delle nostre nonne che insieme ad altre donne si trovavano nei cortili o fuori dall'uscio di casa lavorando la lana e chiacchierando, magari a volte facendosi scappare qualche pettegolezzo. Anche oggi è così. Certo non ci ritrova più nelle aie come una volta, adesso ci sono i circoli, non esiste città in Italia in cui non ve ne sia almeno uno. Poi c'è internet, i siti che parlano di maglia sono migliaia, sia in Italia che all'estero, esistono poi gruppi su Facebook, su Instagram, su Twitter, su Pinterest, non vi è social che non abbia gruppi di maglia, c'è solo l'imbarazzo della scelta, anche se l'interazione personale rimane ineguagliata. Il contatto fisico permette di imparare (o di insegnare se si è esperti) direttamente sul campo, fra uno spritz ed una coca-cola, fra un pasticcino ed un tramezzino. L'interazione personale permette di chiedere consigli, di avere pareri, di capire dove si sbaglia e di imparare cose nuove e trucchetti del mestiere, fra un pettegolezzo su George Colooney ed uno su Lady Gaga. E mentre si cresce nel lavoro si cresce anche nell'autostima, perchè si, lavorare la maglia serve anche a questo, ecco perchè aiuta con la depressione. Non so se avete presente la felicità che si prova quando si finisce un capo, quando magari lo si regala a qualcuno,vedere negli occhi dell'altro quello sprizzo di felicità che distoglie dai problemi quotidiani che ognuno di noi ha. Ecco si, attorcigliare quel gomitolo in qualcosa di completamente nuovo fa sentire più felici sia chi lo trasforma sia chi riceve la trasformazione e non è poco. Dimenticare per qualche minuto gli assilli che siano essi familiari o professionali, economici o di salute non ha prezzo e quanto fa bene alla mente dimenticarli e abbandonare per qualche istante lo stress che li accompagna. C'è però un fenomeno nuovo legato allo sferruzzamento ed è che non è più un'attività esclusivamente femminile. Sempre più uomini si avvicinano a questa attività, è un vero e proprio boom fra il sesso "forte". I motivi sono quelli descritti sopra, il benessere mentale e fisico. Del resto anche questa è parità fra i sessi e se vi sono donne che guidano i TIR perchè mai non dovrebbero esserci uomini che si cimentano in dritti e rovesci? Una nota casa di filati scozzese la Rowan, afferma che il 12% dei suoi clienti è costituito da uomini, una percentuale di tutto rispetto. Su Facebook a riguardo esiste la più grande comunità di uomini che lavorano a maglia, il loro gurppo si chiama Magliuomini un nome che non lascia dubbio alcuno, hanno anche un sito a cui potete accedere cliccando sul Link. E' un gruppo aperto a tutti, anche alle donne, non vi si fanno discriminazioni, ma anche su Raverly, il più famoso sito americano per sferruzzatori e sferruzzatrici vi è una grande comunità maschile. Se siete completamente a digiuno di questo passatempo che è un vero toccasana e volete imparare, su internet trovate molti tutorial. C'è di tutto, dai video alle descrizioni passo passo, avete l'imbarazzo della scelta e non dimenticate Youtube su cui trovate veramente di tutto. Se invece preferite insegnanti in carne ed ossa e preferite l'interazione personale, niente paura, esistono molti corsi di maglia o di uncinetto praticamente in ogni città, come la mia amica Rosanna Bassani che oltre ad insegnare a lavorare a maglia è bravissima con il feltro e crea capi davvero fantastici. I suoi corsi si svolgono a Milano e dintorni, potete contattarla dalla sua pagina Fecebook (cliccate sul nome). Non mi resta che salutarvi ed augurarvi chilometri di filati da lavorare in un passatempo che può diventare professione se siete davvero bravi, perchè alla maglia non c'è limite.

Commenti

Post più popolari