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Gli italiani e il darkweb

  Ogni tanto mi piace navigare nel darkweb per vedere che succede dall'altra parte di internet. Non pensate subito male, è vero che ci trovi ogni tipo di fogna, ma il lato oscuro della rete è nato per permettere ai dissidenti politici di comunicare con il mondo esterno. Nel darkweb ci trovi tanti giornalisti, testate prestigiose come la BBC o il New York Times, premi Pulitzer. Poi ci sono i blog che parlano di tutto, dai cartoni animati alla politica. Tutto molto bello e interessante peccato che siano di tutte le nazionalità tranne che italiani. Ci trovi inglesi, tedesci, olandesi, americani, portoghesi, cinesi, rumeni, ma non gli italiani. Nel darkweb i connazionali sono pochissimi e si dividono in due categorie, chi posta cose zozze e non mi riferisco alle pozzanghere e chi è esperto informatico e scrive di cose tecniche spesso in inglese senza degnarsi di digitare un solo rigo in italiano. Manca tutto il resto. Non ci sono giornalisti italiani, non ci sono testate giornalistiche...

Cambiare si deve

Abbiamo i peggiori politici d'Europa sintomo di un paese malato che non riesce ad uscire dal loop di autodistruzione in cui è caduto anche se, fra mille difficoltà, qualche cosa sembra cambiare. Il pericolo è che il cambiamento arrivi troppo tardi, nel frattempo migliaia di famiglie rischiano di cadere nella povertà a causa del covid mentre la classe politica autoreferenziale si concede sempre più privilegi. Fare paragoni non è facile eppure la situazione è simile a quella della Francia prima del 1789, ovviamente con i dovuti distinguo. Una mia amica sostiene che un paese per diventare maturo deve passare tre dittature e tre rivoluzioni, una dittatura l'abbiamo superata più o meno, qualcuno dice anche una seconda, ci mancano le rivoluzioni. Nel paese sembra tutto calmo eppure si ha l'impressione che sia come la brace che cova sotto la cenere pronta ad incendiarsi se tira un soffio di vento. E' una situazione che non può continuare, prima o poi si deve cambiare o in maniera pacifica e democratica o in maniera meno pacifica e democratica. La prima via è percorribile solo se gli italiani prendessero coscienza dell'insipienza dei nostri politici, cosa piuttosto improbabile visto l'analfabetismo politico del popolo italiano, più facile sarebbe una reazione di pancia, quindi una reazione figlia della rabbia, della paura, del disagio che può portare ad un paese migliore solo se è preludio alla presa di coscienza di cui parlavo sopra, altrimenti avremo sostituito degli inetti con altri inetti. L'Italia è un grande paese, il guaio è che gli italiani non lo sanno. Se avessero coscienza della grandezza italiana non voterebbero certi personaggi fatti di niente, più vuoti di un guscio d'uovo rotto. L'italiano deve anche rendersi conto che l' "io" non porta a nulla, solo il "noi" può farci crescere. L'individualismo va bene, ma fino ad un certo punto, il "noi", un "noi" inteso come paese, come popolo, come nazione è l'unico mezzo per sbloccare questo paese arrugginito e metterlo di nuovo in funzione. I personalismi, le corporazioni, fanno solo danno e tanto.

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